mercoledì 5 agosto 2009

Immedesimarsi


Ciao ragazzi,

effettivamente è un po’ strano che scrivo un post pochi giorni dopo dall’ultimo ma mi sono imbattuto su un articolo scritto su un sito in cui mi sono immedesimato completamente.

Il sito è www.jompage.com l’autore praticamente descrive ciò che prova PRE e POST viaggio negli Stati Uniti e ciò che lo spinge svariate volte a tornarci.
Ha descritto perfettamente tutto il mio stato d’animo durante la partenza, prima della partenza ed anche prima ancora della decisione della partenza.
Mi sembrava di leggere il mio inconscio, è incredibile come ciò che descrive lo provi anche io ogni volta che mi reco in quel bellissimo paese e dato che non sono mai riuscito a far capire a nessuno quello che provo e svariate volte le persone mi prendono per il culo dicendo che sono fissato(compreso la mia ragazza e la mia famiglia) faccio che pubblicare questo articolo che descrive perfettamente quello che ci frulla in testa per gli USA..... l’autore ,da quel che ho letto, ha come me il cosidetto ‘MAL D’AMERICA’, male che va al di fuori da tutto....anche dai problemi che gli Usa stanno attraversando in questi anni.
Ecco perchè anche quest'anno mi recherò lì per la settima volta (parto martedi 11 agosto)....e non sarà l'ultima ve lo assicuro (a meno che non crepo).
Un bacione e ci vediamo dopo le vacanze.....appunto dal mio ritorno dagli Stati Uniti.

Marco.
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WWW.JOMPAGE.COM
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Perchè si va in viaggio negli States? Questa domanda me la sono posta tante volte, soprattutto se la fanno tutti i miei amici e la mia ragazza. Ogni anno si gettano le basi per viaggiare in qualche parte del pianeta, si va pazientemente in agenzia, si raccolgono minuziosamente quintali di cataloghi patinati e invitanti che promettono relax, divertimento e sole. E cosi si resta in fila in agenzia viaggi, il più delle volte in piedi contro un pannello che raffigura una bella ragazza in bikini e ogni volta l'occhio cade su quello spicchio di pagina, quasi sempre nascosta da altre riviste sopra impilate, che fa intravedere la Monument Valley o l'Empire State Building. E come sempre il cuore ricomincia a battere, come fosse stato in letargo da mesi; di colpo cominci a pensare ma perchè no??
Poi la logica - e la mia ragazza - ti spingono a capire che il mondo è grande, vario e pieno di altri luoghi da visitare. Ma nulla, dentro di te si è (ri)accesa quella lucina, quel led rosso settato su warning che inconsapevolmente sai già a cosa condurrà. Silenziosamente ti siedi assieme alla tua ragazza al tavolo del tour operator, mentre gentilmente illustra svariate mete.
Ma ormai hai già deciso e solo l'educazione di lasciarla parlare ti frenano dall'alzarti e andare a casa a tracciare le rotte di una nuova avventura.
In testa si cominciano a stilare mete su mete, poi le si cancellano e si riparte con altre tappe come un terminale che si è inceppato e ripete all'infinito la stessa operazione. Il problema ora sta nel convincere la tua ragazza nel seguirti nell'ennesima missione e puntuale come un orologio svizzero ti stampa un NO a lettere cubitali nelle orecchie, senza sapere che proprio lei ogni volta non vorrebbe più ritornare a casa. Se tu solo sapessi, questa è la sola frase che le riesco a sillabare. Ma sai che tra poco cederà, perchè gli States li ha già visti e sa quanto siano grandi e piccoli allo stesso tempo, di quanto ti lascino dentro un qualche cosa di indelebile, di quanto ti rendano vivo. Per me sono oramai come una seconda casa, al punto che sbarcando in un aeroporto USA e alzando gli occhi agli aerei in partenza avrei voglia di ritornare in tutti i luoghi che ho già visitato, per vedere se è tutto come prima, se tutto è intatto!
Inizi allora a consultare libri, a comprare guide sempre aggiornate, a consumare la rete alla ricerca di tutto e di nulla. Tanto il bello è che sai che ci andrai, tutto il resto non ti interessa più.

Nel frattempo i giorni cominciano ad andare sempre più veloci e come un inesorabile conto alla rovescia la tensione sale. Cominci a riprendere in mano i vecchi libri di inglese, giusto per arrivare non del tutto arrugginito all'incontro. Un viaggio negli States è come un appuntamento con una splendida donna,non puoi andarci mai a mani vuote. E finalmente giunge il giorno della partenza, ricontrolli mille volte il bagaglio e ti metti in moto verso l'aeroporto. Ogni volta si è obbligati ad alzarsi ad orari assurdi per prendere quel volo, che oscilla sempre tra le 6 e le 7 del mattino. Ma quel giorno la stanchezza non esiste, ormai si assomiglia di più ad un atleta che si prepara da tempo alla gara. Quando suona la sveglia la prima cosa che pensi aprendo gli occhi è che finalmente si parte. Anche se hai dormito per un paio d'ore quella notte gli occhi si aprono di colpo, il sonno svanisce istantaneamente e dentro cominciano a scorrerti tutte quelle immagini che hai visto nelle ore di lettura delle guide, su internet o nei vecchi filmati tuoi o dei tuoi amici.
E via, verso l'aeroporto. Il volo è un lento avvicinarsi all'obiettivo e già quando si sale e ti regalano il Wall Street Journal si capisce che il sogno sta per (ri)avverarsi. Dopo circa 5/6 ore di viaggio dagli oblò si cominciano a scorgere le scure terre del Canada e ci si rende conto che si è già in America; quando a mezz'ora dall'arrivo ti fanno compilare il fatidico modulo d'ingresso il cuore comincia a subire i primi contraccolpi. Ma il momento più bello è quando, atterrati, esci dall'aereo e imbocchi il tunnel dell'aeroporto; di colpo capisci di ritrovarti in un altro mondo. Ti affretti allora verso il ritiro del bagaglio e al tradizionale controllo severissimo del passaporto. Li la tensione sale a mille, hai sempre il terrore che qualcosa non sia a posto. E' un po' come per un bambino che sa che sulla mensola c'è una bella torta, ma non può arrivarci e allora la guarda con la lacrima all'occhio. Una volta che il doganiere di turno, quasi sempre arcigno e imperturbabile, ti appone il timbro sul passaporto il cuore ricomincia ad avere una cadenza umana.
A quel punto solo una porta ti separa dall'avventura americana, quella porta che solitamente e inondata dalla luce irreale dell'esterno sembra sempre cosi lontana. Sara per le dimensioni enormi di tutto ciò che esiste in America e sarà perchè attendi quel momento da mesi. Senti il battito salirti in gola, stringi forte il carrello con i bagagli e le porte magicamente si aprono.
Improvvisamente trattieni il respiro, chiudi gli occhi e un flash con tutte le immagini dell'America che hai visto in TV, sui giornali e nei tuoi sogni ti trafiggono la mente. Ma la voglia di cominciare è troppa. Allora apri lentamente gli occhi e di colpo metti a fuoco il tuo sogno che ora sogno non è più. Ti metti gli occhiali da sole, chiudi la cerniera della felpa e ti lasci travolgere dal tutto e nulla dell'America.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non potevi trovare un articolo migliore per descriverti..sembri proprio tu!!
E anche io la ragazza che dice no ma una volta che e' li non vuole piu' tornare a casa.
Non ci resta allora che partire :-)

Marco ha detto...

manca poco, ancora 5 giorni.....non vedo l'ora

Anonimo ha detto...

e vai, vivi il tuo sogno.Varca il portale della luce.Ma sappi che il risveglio,(ritorno),sarà nebuloso e amaro.Ti aspettano, come zombi incartapecoriti,i famelici gasparri,dalema,casini,buttiglione,mastella,bassolino.La Salerno reggiocalabria,bruno vespa,pippo baudo le costosissime opere spubbliche che grondano mazzette e impunità.Vai vivi la luce, la notte può aspettare...Pasquale

Anonimo ha detto...

....quindi motivazioni in più per andarsene via e non tornare più....
:-)